Cos’è Kickstarter? Se questa è la prima domanda che vi viene in mente, la risposta corretta, esaustiva, comprensiva di FAQ e strings attached la trovate qui. Se invece vi basta sapere che Kickstarter è una delle più note piattaforme di crowdfunding on-line di progetti creativi, di seguito trovate alcuni suggerimenti, non richiesti, di progetti audiovisivi – scelti ad insindacabile giudizio della giuria di qualità – nel caso, in futuro, decidiate di sganciare qualche dollaro e finanziare un’idea.
TPB AFK
Il documentario di Simon Klose raddoppia il finanziamento richiesto nel giro di pochissimo. È insignito del premio “Miglior progetto per film documentario” dalla giuria di Kickstarter (geniale, un premio alle intenzioni!) e per concludere si prende l’equivalente di 30,000$ dalla Swedish Arts Grants Committee per portare a termine il progetto. Bisogna aggiungere altro: ah sì, è un documentario su The Pirate Bay.
Girl Walk // All Day
I videoclip vi sembrano troppo anni ’90, ma di quegli anni ricordate con rimpianto tenerezza le cassette di compilation? Ecco, prendete l’ultimo album di Girl–I’mnotaDJ–Talk, un mashup di 71 minuti, e metteteci uno stuolo di ballerini che se lo ballano in giro per New York. Vi ricorda un po’ Praise You. Sì anche a me, ma Girl Talk è simpatico.
World Remix: Tibet
Spiegare chi è Pogo e cosa fa è un po’ come spiegare a mia nonna cos’è un hashtag. Guardate il suo canale su YouTube e preparatevi a mandare all’aria un’intera giornata di lavoro. NSFW. I supporter su Kickstarter si sono impegnati a pagare a Pogo un biglietto di andata e ritorno per il Tibet dove campionerà suoni e rumori di ogni sorta per farne musica e video. Ed è solo l’inizio: Nick Bertke si è messo in testa di farsi sponsorizzare il giro del mondo in un campionamento. Vi sembra un modo per farsi le vacanze a scrocco? Ok è una paraculata, ma l’idea l’ha avuta prima lui, e lui sa tirar fuori qualcosa di buono anche da Hook. Quindi… chapeau & pladge!
Nina Paley, la regista di Sita Sings the Blues ha trascorso qualche ora al Metropolitan Museum of Art di New York e ne è uscita con un bel bagaglio di fotografie che ha animato per arrivare ad una conclusione visiva simplice e immediata: l’arte crea sull’arte, la creatività crea sul passato. Il tutto in Creative Commons.
Perhaps these remixes serve as a commentary on Chinese government authoritarianism or on the virus-like nature of American corporate pop culture. Maybe they are just making fun of old Communist Party propaganda or perhaps it’s all of the above. Not being versed in Simplified Chinese, it’s hard to tell what the true intentions are, but the Red Army might very well be the most remixed video on the planet. Mao Zedong is undoubtedly spinning in his grave (perhaps even in sync to the music).
Stabilire se si trattii di contestazione o adesione verso chi e cosa è complesso, probabilmente è sterile fare distinzioni di questo tipo e forse si tratta della stessa cosa. Il risultato, comunque, vale il prezzo del biglietto.
Se vi è piaciuto RIP: A Remix Manifesto (a me è piaciuto molto), se vi piace il rap (mmm… fatico a digerirlo), se vi interessano le questioni legali, creative ed economiche legate alla produzione musicale, e soprattutto relative la musica riciclante, basata su campionamenti e mashup, bhè allora una sbirciatina qua e là a Copyright Criminal potrebbe fare al caso vostro. Poi, per una visione più attenta e magari dal divano, c’è ancheil DVD in vendita su Amazon. E’ roba forte! è roba giovane!
Belem, nord del Brasile. Qui la scena musicale del Techno Brega si anima ogni week-end con le sonorità di remix brasileri.
Il Techno Brega è innanzitutto un modello di business emergente per il mondo musicale; un modello che ignora completamente la questione del copyright. Perchè in Brazile la musica non vive nei CD, ma nei party che animano i fine settimana delle periferie di Belem.
The Tecno Brega music is “born free” in the sense that copyright protection is not a part of the business model developed by its creators. The CDs sold are utilized as marketing material– advertisements for the highly popular weekly “sound system” parties. The Tecno Brega CDs are sold by local street vendors as per arrangements with the local recording studios. At a mere US$1.50, the CDs are highly affordable by the local population, thus providing greater access to the music at a grassroots level.
I concerti vengono promossi tramite i CD muiscali venduti ai bordi delle strade da “pirati”, cioè veri e propri rivenditori che ottengono una copia del disco dai produttori dei Dj di Techno Brega.
Gli unici a fare soldi con la vendita dei CD sono i venditori. I CD sono solo uno strumento promozionale. La vendita lungo le strade a prezzi stracciati fa parte di questo sistema. La pirateria diventa uno strumento di marketing. Perchè il core business per gli artisti e i produttori non è legato al numero di copie vendute, ma ai party che riescono ad attirare l’attenzione di migliaia di persone.
Il fim ha avuto una lavorazione di sei anni, è stato diretto da Brett Gaylor che si è avvalso del contributo di tutti gli utenti che attraverso il sito OpenSourceCinema potevano condividere materiali audio e video, e al momento lo si può trovare un po’ in tutto il mondo nei festival che lo stanno ospitando. In Italia, per ora, non è in programmazione in nessuna manifestazione.